L'INGEGNERIA NELL'ANTICHITÁ


Il primo passo nello sviluppo dell’ingegneria era l’inventore di attrezzi utili e processi basilari.
Gli Egizi già erano in grado di fondere i metalli, utensili di falegnameria erano già in uso e la costruzione delle opere faraoniche giunte fino ai nostri giorni dimostrano una elevata conoscenza  delle tecniche delle costruzioni. Apparecchiature di base, come la catena senza fine, e il verricello.
I Greci furono degli ingegnosi inventori di apparecchiature meccaniche. Alcuni loro disegni anticipano macchine realizzate secoli più tardi.
Hero di Alessandria concepì due tipi di motori a calore, uno per aprire le porte di un tempio, e l'altro semplicemente un giocattolo meccanico. Hero studiò e catalogò i tipi di forza meccanica, le sue categorie di macchine semplici (la leva, il cuneo, la puleggia, la ruota e l’asse). Sono le basi dell’Ingegneria Meccanica

L'Ingegneria nell'antichità

RUOTA IDRAULICA - Una ruota a pale fatta girare dalla caduta dell'acqua, viene attribuita al meccanico greco Ctesibio nel 250 a.C.. Altri affermano inventata da Erone di Alessandria nel 120. a.C. Ma sembra che in Oriente, in Cina, questa tecnica di sfruttare l'acqua fosse conosciuta fin da tempi immemorabili, forse dal 1500 a.C., infatti venivano usate con l'acqua in caduta che colpiva le pale poste sul bordo esterno della ruota. Quella di Ctesibio rimase quasi sconosciuta per oltre 1500 anni, fino agli anni delle Crociate. Proprio in Terrasanta gli europei scoprirono la forza idrica, che gli arabi avevano appreso proprio dai Cinesi da circa cinque secoli che però questi ultimi la usavano quasi esclusivamente per far funzionare mulini per la macinazione dei cereali. Gli europei invece iniziarono ad usarla come vera e propria forza motrice; la ruota faceva girare un mozzo centrale con un ingranaggio e tramite una cinghia muoveva un volano che con le varie riduzioni alimentava di una infinità di macchine; fra le tante quelle delle segherie (ancora oggi in esercizio), nelle ferriere, nelle industrie tessili e in altri settori di produzione . L'idea molto più tarda, con quasi lo stesso principio diede poi origine alla turbina idrica nel 1827 e mezzo secolo dopo alla turbina azionata dal vapore. (vedi "turbina" anno 1884)

Ma, l'utilizzo potenziale di tali motori a calore, fu a lungo ignorato sia dai Greci sia dai loro successori.
Le ruote ad acqua apparvero nell’IV secolo a.C. Una macchina la cui energia non derivava dall'impiego d’uomini o animali, e per questa ragione può considerarsi il primo vero motore primario.

Due secoli più tardi, il matematico greco e inventore Archimede studiò le meccaniche di corpi solidi immerse in fluidi, uno dei primi studi scientifici di fenomeni naturali. 

I Romani, seppure non così inventivi come i Greci, adottarono e migliorarono le apparecchiature greche, usandole nella costruzione dei grandi lavori stradali, acquedotti, edifici.

Marcus Vitruvius Pollio (Marco Vitruvio Pollione)
I dieci volumi di Vitruvius (De Architettura) sulla pratica Romana dell’ingegneria, rimane una fonte di conoscenza sull'ingegneria antica (primo sec. d..C).

Paragonabile alla Grecia per inventiva fu la Cina, ma solo dopo molti secoli si conobbero apparecchiature orientali come il mulino a vento (usato in Cina circa nel 400 a.C), il mantice a duplice pistone e la carriola.